A tutti gli amici vicini e lontani Buon Capodanno Cinese! L'anno del topo ha inizio! ! Happy Chinese New Year! ! Year of the rat!
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  1. Buon Capodanno Cinese! L'anno del topo ha inizio!! Happy Chinese New Year!!
  2. BACK TO FUTURE del BLOG: fine dell'epoca social
  3. Il 2020? L’anno di Yiducity!
  4. QIAO TAG sembra essere “l'evoluz...
  5. Grazie Gianni!
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Buon Capodanno Cinese! L'anno del topo ha inizio!! Happy Chinese New Year!!

A tutti gli amici vicini e lontani Buon Capodanno Cinese! L'anno del topo ha inizio!!

Happy Chinese New Year!! Year of the rat!
   

BACK TO FUTURE del BLOG: fine dell'epoca social



Buongiorno Italia!
Benvenuta nel 20-20! Un saluto da Shanghai a tutti gli amici vicini e lontani!
Qua il capodanno è già bello che cotto e mangiato e si è tornati sul pezzo.
Nota di servizio: nessun botto, petardo o rumore molesto.
Qua i cani, gatti e animali domestici non hanno rischiato l'infarto.
Primo atto dell'anno? Tornare al Blog, il caro vecchio blog.
Compagno di viaggio da ben oltre 15 anni e memoria storica di molti dei passaggi della decade passata. Da oggi tornerà ad essere la mia agenda del decennio appena iniziato.
Rivestiti i panni di Yibu Yibu, step by step in cinese, con cui osservare, condividere, contribuire ad un cambiamento dell'Italia dalla Cina. Riflessioni, osservazioni e suggerimenti e perché no anche azioni.
Prima riflessione dell'anno: i social stanno perdendo colpi.
Previsione Yibu Yibu del 2020: è finita la loro epoca.
Il tema è infatti entrato nelle priorità politiche sia in USA che in EU, in quanto sono a tutti gli effetti diventati strumenti di controllo di massa e quindi soggetto di rilevanza strategica nazionale ed internazionale.
Prevedibilmente ci saranno degli spezzatini delle aziende top a causa della ormai insostenibile posizione dominante che rappresentano, andata ben oltre ad un impatto puramente commerciale. Per cui è chiaro che Facebook presto o tardi avrà lo stesso trattamento che ebbe AT&T decenni fa: verrà smembrata in diverse aziende.
Cosa simile dovrebbe accadere alla stessa Google. Così come in Cina prevedibile che Alibaba e Tencent possano subire simili trattamenti alla luce del loro strapotere attuale.
Ma tornando più specificatamente ai social, va evidenziato come questi siano di fatto invecchiati precocemente.
Divenuti ripetitivi, noiosi, banali, ora è anche sempre più diffusa l'idea che siano ormai luoghi poco raccomandabili perché veicoli di mistificazioni, falsità, false vite, falsi mondi, falsi miti, false sicurezze, false libertà, false competenze e conoscenze.
Insomma che siano un “fake world” ormai nudo.
Ma forse il vero problema è che hanno contribuito a creare quella che viene definita la società del LIKE che ha generato incredibili fenomeni ormai esondati, con parecchie polemiche, nella società civile e nelle piazze.
Fenomeni basati sulla reazione istintiva di un LIKE ma privi di contenuti o proposte concrete, realizzabili.
L'ultimo fenomeno offline nato dal Social in ordine di apparizione è quello delle Sardine. Una storia già vista con il precedente M5S che ha già dimostrato nei fatti come non basti avere il supporto del popolo dei LIKE per poter cambiare un paese.
Occorre ben altro. Occorre un diverso percorso di consenso e di gestione quotidiana nella relazione pubblico - privato, politico - elettore, società - cittadino, problema - soluzione.
I social stanno fallendo perché alla fine sono diventati “banalmente” la nuova televisione del millennio e del "lo hanno detto alla televisione".
Con l'aggravante che nessuno controlla l'autenticità di quello che viene detto e scritto sui canali social e che di fatto consentono a chiunque, senza alcuna limitazione e verifica, di avere i propri 15 minuti di celebrità per inseguire il fatidico LIKE.
Un LIKE diventato per parecchi una idea fissa, un tarlo se non addirittura una ipotesi di lavoro per il proprio futuro, un numero con cui poter pesare rapidamente il proprio successo nella società.
Qualcosa che ormai è diventato oggetto di trattati da parte di psicologi e psichiatri che considerano questa scala valoriale nata ed evolutasi nei social, qualcosa di patologico e pericoloso sia per il singolo che per la società stessa.
A questo va aggiunto che se una società finisce per essere meritocratica sulla base dei semplici LIKE compulsivi che alimentano i social attuali, questa è una società che dimostra tutta la propria povertà di proposte, valori ed identità sociale.
Ma soprattutto i social sono generatori di fenomeni dirompenti nati più di pancia che di cervello, senza mai riuscire a prevedere le reali ricadute sulla società, i rapporti tra le persone e le ripercussioni nei conflitti alcune volte addirittura a livello di nazioni.
La grande velocità con cui sono poi in grado di diffondere informazioni, da grande pregio rischia di essere il loro grande difetto, visto che impatta ormai anche su questioni che necessitano di diverse velocità per poter trovare soluzioni reali per realizzarsi, concretizzarsi.
Per esempio il consenso politico costruito usando questa dinamica, sembra aver trasformato i politici più in teatranti pirandelliani in cerca di una propria identità compatibile con i LIKE che una identità o leadership illuminata, competente da seguire.
Ma al di là dei gattini, influencers e futili azioni compulsive, i casi Facebook - Casapound o Facebook - Affari Italiani, dimostrano come si sia arrivati al capolinea.
Facebook è un servizio privato e quindi sarebbe lecito aspettarsi che sia la società a poter decidere chi può usare o meno i suoi servizi.
La causa intentata da Facebook contro una sentenza di tribunale sul caso Casapound, invece sembrerebbe attestare che sono ormai un servizio pubblico e quindi un diritto per ciascuno di poterli utilizzare.
Un problema grosso come una casa.
Il fatto che ora la giurisprudenza italiana stia per inserire il precedente di equipararli ad un servizio pubblico, genera un incredibile deadlock che necessiterà di ulteriori riflessioni.
Infatti visto l'impatto che hanno ora sulla società, i giudici fanno bene ad agire nella loro sentenza obbligando il reintegro di Casapound su Facebook.
Così come ha fatto bene Angelo Perrino di Affari Italiani a gridare alla censura dell'intervista al filosofo bannata perché conteneva riferimenti a Mussolini e il fascismo, con l’aggravante dello stop dello stesso account personale.
Due casi che dimostrano come sia inevitabile che occorra regolamentare adeguatamente il settore in merito ai diritti e doveri, essendo ad oggi una pericolosa prateria.
Internet è ormai nella sua maturità e deve quindi fare i conti con la necessità di superare la fase anarchica del suo inizio, per così diventare a tutti gli effetti asset reale ed integrato della società civile.
I social si sono già infiltrati a tutti gli effetti nella realtà di chiunque e senza dubbio rappresentano ormai un potere reale in grado di condizionare la mente, le azioni e la psicologia dei suoi utenti.
Ma se fossero equiparati ad un servizio pubblico, come fa emergere la sentenza Casapound, dovrebbero essere quindi regolamentati da una entità pubblica, sottostare a direttive di reale pubblico interesse.
Peccato però che i social non siano servizi pubblici. Sono applicazioni fatte da privati, per giunta di altri paesi, che guadagnano su quello che nello scorso decennio venivano definiti User Generated Contents: i contenuti e le informazioni generosamente offerte dai suoi utenti.
Ma non solo, a tutti gli effetti sono in grado di svolgere un’azione di censura del tutto discrezionale agli interessi, volontà della proprietà privata, usando algoritmi segreti con cui possono essere definiti la visibilità, il senso di pudore, le idee politiche, le priorità e i reali interessi della popolazione che li segue.
A cui va aggiunta la sistematica violazione della privacy del singolo e l'utilizzo spregiudicato da parte di queste aziende dei dati privati che forse con troppa leggerezza gli utenti hanno fornito.
Si fa finta di non ricordarselo, prima di essere presunti canali della libera espressione personale, sono laboratori privati nati e basati sull'utilizzo scientifico delle informazioni personali che raccolgono, sia per fini pubblicitari che per poterli trasformare in potenti strumenti con cui creare servizi vendibili a terze parti con cui condizionare i propri utenti.
Una affermazione che è la sintesi del j'accuse di uno dei fondatori stessi di Facebook che ora si dissocia dalla sua stessa creatura, ritenendola qualcosa di pericoloso per la società.
Ecco quindi le ragioni del mio ritorno al Blog. Semplicemente segno dei tempi che stanno cambiando.
I Social infatti hanno finito la fase espansiva e sono entrati in una fase regressiva tipica di un format che al di là del successo accumulato, è paradossalmente diventato vecchio e comincia a non piacere più come prima.
Qualcosa di cui si sono accorti gli stessi social tanto che il tentativo di non visualizzare il numero dei like appare infatti più una risposta disperata che un efficace rimedio.
Infatti molto del successo lo devono proprio a questo pervasivo elemento. Privati di ciò appare difficile pensare che siano utili per creare discussioni serie che non vadano oltre all’interazione schizofrenica dei pochi secondi di attenzione che caratterizza la navigazione social attuale.
Una audience, poco propensa a qualsiasi reale riflessione su ciò che vede, tanto che le analisi fanno emergere come spesso sia anche dubbia la reale comprensione di quello che viene letto da parte dell'utente (video non visti, testi non letti ....), a fronte di un sempre maggiore numero di like più di carattere compulsivo, una sorta di automatismo indotto.
I dati fanno ora emergere una crescente tendenza all'abbandono dei social.
Una tendenza interessante che suggerisce come si siano quindi riaperti i giochi per nuove forme di espressione, relazioni, interazione più sostenibili, trasparenti, credibili, rispettose della privacy e in sintesi che siano costruite attorno all'utente dall'utente stesso, in maniera autonoma e non indotta.
Il blog non è sicuramente la soluzione ma per molti sarà il ritorno ad una necessaria fase più riflessiva, più intima nei contatti e nella audience, che lontano dalla continua caccia al LIKE, sicuramente aiuterà a ridisegnare i contorni del futuro meno social centrico da realizzare, in questa ciclicità tra vecchio e nuovo che oggi è ufficialmente iniziato con l'aprirsi del nuovo decennio.

Buon anno a tutti!
   

Il 2020? L’anno di Yiducity!



Finale 2019 con il botto @Yiducity, la prima Smart Digital City AI + BLOCKCHAIN based.

Superati gli 8 milioni di pages views e i 210 mila unique visitors nel solo mese di dicembre dai diversi “quartieri” che la compongono.

In particolare YDMALLS, il Mall dei Malls @Yiducity che con le nuove aree EXPO e LIVE ha fatto letteralmente il botto, in particolare nella sua internazionalizzazione a partire dagli USA (raggiungendo quota 85.000 nel rank Alexa).

E’ da questi risultati che nel 2020 YIDUCITY intende rilanciare verso nuovi obbiettivi a partire dal diventare la prima NO-FAKE Smart Digital City sia per quanto riguarda i prodotti che i contenuti, news ed informazioni.

Una sfida possibile grazie ai QIAOTAG - AI + BLOCKCHAIN Smart Tags, i neuroni di Yiducity che consentono di certificare, tracciare e garantire qualsiasi tipo di informazione in maniera geolocalizzata.

Ma soprattutto con SHARTIFY@YIDUCITY. Con il motto “SHARE TRUST”, intende rendere lo sharing di informazioni e di prodotti sicuro e garantito e così contribuire a favorire la crescita di una società digitale più credibile e sicura.

YIDUCITY propone un diverso modello di società digitale “beyond l’eCommerce” attuale dove le piattaforme di e-Commerce sono l'unico luogo deputato alla ricerca e acquisto dei prodotti.

A YIDUCITY pensiamo infatti che la scelta di acquisto parta altrove. L'eCommmerce è solo l'ultimo step di un percorso decisionale che inizia molto prima.

Il prodotto stesso è infatti ormai diventato una commodity di una esperienza ben più complessa. Ma per vendere una esperienza (product inside) occorrono più informazioni da più fonti.

Garantire le diverse fonti, i prodotti e le informazioni che li descrivono, rappresenta il must richiesto oggi dall’utente e la nuova frontiera rappresentata da YIDUCITY. 

Un luogo dove creare un trust duraturo, difficilmente fattibile dal venditore nel proprio shop in quanto poco credibile agli occhi del compratore, quale soggetto interessato. L’aspetto emerso dalle analisi fatte e il valore fondante della stessa YIDUCITY. 

Oggi non esiste un luogo dove ciò sia possibile farlo rapidamente senza dover sfogliare pagine e pagine di cataloghi online o saltare da un sito all'altro per cercare e confrontare i prodotti, verificarne l'autenticità, verificarne le opzioni, i costi e gli sconti.

YIDUCITY intende essere questo spazio e strumento inclusivo beyond eCommerce, in grado di fornire in un solo luogo informazione - certificazione - selezione - scelta – acquisto – garanzia, non limitata al solo Online ma estensiva anche all’Offline.

Con YIDUCITY intendiamo rivoluzionare il modo con cui l’utente, interagisce, sceglie, viene garantito.

Un luogo sicuro ed imparziale dove poter accedere alle proposte ed offerte dell'e-commerce e del mondo reale in maniera combinata in un click.

In YIDUCITY l’approccio classico viene infatti ribaltato: l’utente diventa eCitizen e YIDUCITY è il Personal Assistant, Personal Shopper della sua città che gli fornisce gli strumenti e le informazioni giuste per selezionare informato ciò che realmente desidera. 

YIDUCITY è infatti un ambiente rivoluzionario per il Personal Experience Omnichannel. 
 
Combina blockchain, AI e machine learning per rimuovere le inefficienze del mondo reale e dell'e-commerce integrandoli tra loro.

Non siamo un motore di ricerca, un blog, un magazine, un negozio o marketplace. Siamo YIDUCITY, un modo più intelligente per interagire con il mondo reale e fare acquisti online ed offline in maniera sicura.

Una Smart Digital City senza frontiere, dove vivere e poter realizzare i propri desideri in un click.

Quindi buon 2020 agli eCitizens di YIDUCITY e a chi vorrà diventarlo nell’anno che verrà, così da condividere con noi questa comune sfida al futuro.  

e il nostro regalo di inizio anno https://expo.ydmalls.com
   

QIAO TAG sembra essere “l'evoluz...


QIAO TAG sembra essere “l'evoluzione della specie” della Blockchain se non fosse che esiste da ben prima di quando si è iniziato a parlare della Blockchain stessa.

QIAO TAG nasce infatti nel 2006, nell'ambito di una sfida con il mio mentore Prof. Gianni Degli Antoni (GDA), sul realizzare una piattaforma digitale serverless e senza alcun database, in alternativa alle esistenti.

Immediatamente ci siamo accorti come il problema da affrontare fosse la necessità di dover ripensare prima di tutto la rappresentazione stessa del dato digitale da gestire, trasmettere e condividere.

La soluzione è stata quella di immaginare una piattaforma che simulasse il funzionamento del cervello umano e si comportasse nelle sue interazioni come una entità biologica condivisa.

Da queste premesse sono nati i QIAO TAGs, i neuroni di questo nuovo mondo biologico digitale,
nel quale tutte le interazioni si realizzano attraverso l'interazione tra due o più QIAO TAGs che si scambiano tra di loro le informazioni di cui sono portatori.

Ogni QIAO TAG ha infatti due memorie: una dinamica temporanea ed una statica permanente.
Ciò consente loro di immagazzinare una mole importante di informazioni totalmente destrutturate, memorizzando le aggiunte e gli aggiornamenti successivi, preservando le copie di tutti gli steps.

Tutto è crittografato con chiave pubblica – privata, pertanto lo scambio delle informazioni può avvenire in maniera trasparente tra i QIAO TAGs e i nodi di questo cervello digitale (eBRAIN), garantendo però la privacy e la leggibilità solo a coloro che sono realmente autorizzati – abilitati a farlo.

Di fatto sono un Big Data interattivo e crittografato di nuova concezione che può essere condiviso in tempo reale e nel contempo aperto per interazioni con terze parti esterne.

Una caratteristica peculiare dei QIAO TAGs è quella di poter gestire informazioni del tutto destrutturate e geolocalizzate. Una informazione o azione è generata dall’interazione tra loro di due e più Qiao Tags.

La sicurezza ed immutabilità delle informazioni memorizzate nel eBRAIN sono garantite da eCHECK, un algoritmo che usa la crittografia per verificare che i QIAOTAGs non siano stati alterati e siano genuini. eCHECK verifica la congruità sia del singolo QIAO TAG che del suo percorso di memorizzazione, evitando la loro impropria alterazione.

eBRAIN è replicabile in molti eBRAINs (Nodi) dove ciascuno di essi è autonomo dall’altro ma possiede una copia dei QIAOTAGs creati da tutti gli altri, così da poter agire in real-time senza il bisogno di dover passare da una entità centralizzata.

INIZI E SVILUPPI
Nel 2006 – 2008 come primo passo abbiamo testato questa tecnologia per realizzare i primi siti ed applicazioni WEB - QIAOTAG based.

Nel 2010 dallo spunto di progetto per il Governo Italiano durante il periodo dell'EXPO di Shanghai, nel quale si prevedeva la tracciabilità dei prodotti italiani in Cina, abbiamo sviluppato la parte della conoscenza ed interazione necessaria ai QIAOTAGs per tracciare e garantire i dati di prodotti fisici. Così come la componente decisionale eTRUST che gestisse il conflitto connesso a validare e quindi a garantire l'informazione contenuta nei QIAO TAGs.

Per capirci, non basta rendere inalterabili i dati memorizzati. Occorre garantire che la fonte degli stessi sia genuina ed attendibile.

E’ di questo periodo un’altra evoluzione fondamentale che ha dotato i QIAOTAGs di una significativa e migliore interoperabilità: i eDNA.

Gli eDNA sono dei microcodici software con cui vengono attivate azioni congiunte tra diversi QIAOTAGs in maniera più strutturata e definita. Esattamente come nel DNA umano, questi codici possono attivare azioni complesse attraverso l’azione congiunta di diversi QIAOTAGs e riprodurle in seguito senza limiti.

Esempi di applicazione degli eDNA sono stati:
-         ePASSPORT, con cui in un’unica pagina sono raccolte in maniera interattiva e geolocalizzate sia tutte le informazioni del prodotto-servizio-località che quelle connesse al prodotto – servizio - località stesso ma provenienti da terze parti esterne.

o  Per fare qualche esempio applicativo:
§ dove si può provare, acquistare, usare, testare un prodotto – servizio sia online che offline,
§ gli ingredienti pericolosi o gli allergeni eventualmente presenti,
§ i luoghi degli eventi che utilizzano quel prodotto o brand: per esempio un cuoco che utilizza un ingrediente nel proprio menu, un try & buy, una presentazione, un flashmob etc..,
§ garantire un prodotto-servizio e l’applicazione in automatico della garanzia in termini economici e/o sostituzione prodotto, l’interazione con le assicurazioni e i servizi delle terze parti coinvolte,
§ un luogo fisico da visitare, un evento tradizionale connesso alla provenienza degli ingredienti o altre informazioni collegate a quel prodotto-servizio …. e molte altre possibili applicazioni.

-         iSTORE: in una pagina sono presenti tutti i dati provenienti da diverse fonti interne ed esterne (Contenuti, eCommerce, Video etc..), così come call actions complesse cross-platform (es. Instant Price – Get your price, event booking, Job interview…).

La cosa interessante è che con l'introduzione degli eDNA, i QIAOTAGs sono diventati sia portatori di dati – informazioni che di conoscenza ed azioni operative, così da poter sviluppare risposte applicative a problemi anche molto complessi.

Ad esempio relativamente al Cross-Border Cinese e alla sua legislazione ed operatività formale, gli eDNA gestiscono tutte le fasi di accreditamento, caricamento, transazione e logistica dei prodotti, attivando i QIAO TAGs coinvolti e le parti di software necessarie, tenendo traccia di tutte le documentazioni formali e di garanzia collegate (dogane, informazioni sui lotti, certificati, passaggi logistici) che poi saranno presentate nel ePassport prodotto e negli iSTOREs.

Così come consentono di gestire tutta la filiera prodotto per la sua completa tracciabilità produttiva, logistica, di vendita e rivendita degli stessi prodotti sui diversi mercati (B2B / B2C), l’Instant Price (prezzi personalizzati in tempo reale secondo condizioni stabilite), Flash Sales geolocalizzati e molto altro.

DIGITAL CURRENCY
Dalla osservazione prima di Second Life e poi all’emergere del fenomeno BITCOIN, nel 2009 i QIAOTAGs hanno avuto una ulteriore evoluzione fintech, venendo dotati di una propria funzione di digital currency per le transazioni sia monetarie che commerciali, di rewarding utente e di loyalty programs, grazie alla piattaforma QIAO PAY.

Questo eDNA rende possibile ai QIAOTAGs di realizzare transazioni commerciali con qualsiasi eCommerce e/o borsello digitale (es. Alipay, Wechat, Paypal …) e successivamente anche in EXPO COIN (2015), la nostra stablecoin digitale.

QIAO TAG + BLOCKCHAIN
Con l’attivazione della nostra blockchain (YDBCHAIN) basata su nodi di Ethereum, i QIAOTAGs sono in grado di interagire direttamente con la Blockchain sia in DApps che Mainnet e nella creazione e gestione degli Smart Contracts.

QIAO TAG + AI (Testo / Immagini / Voce)
Con l'introduzione della nostra piattaforma ALADDIN AI (Artificial Intelligent), gli iBRAINs possono accedere ad una semantica e ontologia adeguata per rispondere in maniera coerente a frasi naturali in 60 lingue, estraendone i concetti, non limitandosi quindi alle parole chiave tipiche delle ricerche tradizionali, potendo così attivare i QIAOTAGs coerentemente al concetto espresso.

Per cui alla frase "cena con amici" l’iBRAIN reagirà con le esperienze, prodotti, servizi collegati al concetto di cena (cucinare, mangiare, bere, luoghi esterni e attività connesse), al livello di relazione (formale, non formale), il tutto geolocalizzato.

Sempre con ALADDIN AI, l’interazione è stata estesa dal semplice testo anche al riconoscimento d’immagine e alla interazione vocale, consentendo agli eBRAINs una interazione completa e naturale, propedeutica ai prossimi sviluppi previsti delle funzioni di Global Personal Assistant (ALADDIN+).

QIAO TAGs + SMART CITY
Verso la fine del 2015 ci siamo resi conto che i QIAOTAGs fossero maturi per dare vita a qualcosa di più ampio e strutturato. Da qui la creazione di YIDUCITY, una vera e propria smart city costruita attorno ai suoi eCITIZENS, creata attraverso la interazione dei QIAO TAGs in grado di rappresentare sia elementi reali che virtuali, siano essi persone, prodotti, servizi, luoghi ed azioni.

I QIAOTAGs sono diventati quindi i neuroni e mattoni della Matrix che dà vita a YIDUCITY e che rappresenta la nostra prossima frontiera dello sviluppo con cui intendiamo amplificare l'interazione tra digitale e reale, proiettati al futuro ibrido senza barriere che avanza.

QIAO TAG BEYOND BLOCKCHAIN
Per questo con QIAO TAG pensiamo di essere andati “beyond” la Blockchain stessa attuale, vista la potenzialità, la scalabilità, modularità, la varietà applicativa che consentono e la possibilità di interagire con la Blockchain stessa ove necessario.

Oltre al fatto di poter gestire documenti, informazioni, interazioni completamente destrutturate, superando così molti dei limiti della Blockchain che per la sua natura finanziaria, rigidità funzionale strutturale e complessità di gestione, ne rende difficile l'applicazione diffusa, spesso evocata, ma allo stato attuale ancora non realizzabile.

Un percorso che continua e che continua ad appassionarci, fatto ora di oltre 2 milioni di QIAOTAGs attivati, +6 Milioni di pageviews generate mensilmente dai diversi canali che li utilizzano, unito alla possibilità di poter creare nuovi e sempre più innovativi progetti tra loro interconnessi, con cui cercare di contribuire a migliorare la qualità della vita personale e sociale dei eCitizens e partner coinvolti.

http://qiaotag.com

#qiaotag #blockchain #token #autenticazione #tracciabilità #yiduqiao #ebrain #ecitizen
   

Grazie Gianni!

Caro Gianni,
inaspettata, la notizia della tua scomparsa mi è arrivata a Shanghai come una saetta da un sms di un caro amico comune.
Mi ha annichilito.

Paradossalmente arrivata al termine della visione di un film come "Last Knights" che in qualche maniera ha contribuito ad amplificare il dolore delle immagini del film delle cose vissute assieme: prima come studente, poi come Glamm, fino all'essersi ritrovati del 2003 e l'inizio di quella cavalcata concordata assieme che mi ha portato qua in Cina, a fare le cose che pensavamo potessero cambiare il mondo ed aiutare a migliorare l'Italia. 

Più dolorosa perchè dopo la tua ultima telefonata nella quale ti dissi che avevo bisogno di un pò di tempo dopo la morte di mio padre per finire quanto iniziato, tu mi dissi "appena sei pronto chiamami, mi raccomando, ci conto!"

Ora che ero pronto a sorprenderti, pronto a tornare in Italia per condividere quanto fatto, tu te ne sei andato così. Difficile da accettare.

Quanto fatto ora non avrà più lo stesso gusto e mi mancheranno terribilmente quel rincontrarsi del tuo, nostro ritrovarsi così speciale: i fiumi di parole del condividere, analizzare, immaginare, il decidere, sempre come se non si fosse mai andati via. 

Ma soprattutto mi mancheranno i tuoi occhi contenti, entusiasti di quegli incontri, occhi entusiastici e che facevano trasparire l'orgoglio di quello che stavamo cercando di fare.

Qualcosa che solo in un'altra persona ho potuto vedere: mio padre.

Flash di immagini e sensazioni a partire dalle nostre frequentazione quotidiane iniziate con una frase che allora mi sorprese non poco "butta via tutti i biglietti da visita"!

Un apparente annullamento della mia personalità e professionalità che solo dopo compresi era il tuo primo passo per sgombrarmi la mente e così lavorare su nuovi contenuti ed obbiettivi senza alcuna mia reticenza.

Una apertura mentale che tu alimentasti con un confronto franco, profondo a tutto campo, politica, tecnologia, filosofia, innovazione, tue esperienze, problemi del mondo, possibili soluzioni, dialoghi che inizialmente mi vedevano quale ascoltatore estasiato e poi giorno dopo giorno, si trasformavano in botte e risposte, fino al piacere profondo di riuscirti a sorprendere.

Brainstormings sotto forma di "duelli mentali", una palestra incredibile con cui giorno dopo giorno mi hai forgiato e di cui ti sono grato. 

Non mi scorderò mai quando ad un certo punto di questo percorso e al termine di uno di questi brainstormings mi chiesi "dammi del tu", visto che per il profondo rispetto che avevo per te, nonostante tutto insistevo ad usare sempre il lei.

A cui seguì l'onore di diventare il tuo braccio destro su alcune iniziative, l'orgoglio del  tuo rispetto e del sentirsi chiedere pareri sui temi più disparati, da te gigante su tutto e io allievo di cotanto genio e il mio mito di quando ero semplice studente.

Così come mi rimase impressa la tua soddisfazione di allora nell'appendere nel corridoio del dipartimento nella bacheca il mio regalo di fine anno di allora: una cornice con scritto al suo interno "thinking outside the box".

Soddisfazione perché era una immagine da me firmata e quindi la ritenevi degna di essere proposta a tutti quale esempio da seguire. Un gesto simbolico importante che mi colpì.

Dopo questa prima fase di preparazione, iniziare "senza biglietto da visita" a fare le cose pensate assieme quale parte di una strategia complessiva condivisa di valori, obbiettivi e frutto degli scambi, dei dibattiti e delle analisi quotidiane. 

Ma non senza avere predisposto un nostro metodo personalissimo nella gestione dei conflitti e delle cooperazioni che non mi ha più abbandonato e che applico in tutto quello che faccio: la condivisione degli egoismi.

Infatti dai vari brainstormings si arrivò alla sintesi che chiedere alle controparti quali fossero non le vere intenzioni ma i veri desideri non negoziabili (gli egoismi appunto), rappresentasse un modo per semplificare le relazioni e ridurre la possibilità di errori futuri nelle cooperazioni (e i conflitti).

Un approccio geniale by GDA che ogni volta che utilizzo, gli interlocutori ne risultano estasiati siano essi Italiani, Cinesi o Americani, governativi o multinazionali e confermo, funziona!

Tante le cose che avevamo deciso si potessero fare assieme ma come primo passo optammo nel dare vita al DITE (Digital Interactive Television Experiences) per farlo diventare canale con il quale provare a contaminare le imprese e aiutarle ad innovarsi attraverso l'uso del digitale per crescere. 

Stiamo parlando del 2005 e di Open Innovation se ne parlerà seriamente solo 10 anni dopo!

Come DITE attivammo assieme a UNIMI il primo master sulla televisione digitale interattiva, così da inserire nel percorso formativo tradizionale quelle competenze trasversali necessarie per eccellere in questo settore allora agli albori, oggi l'asset delle aziende più innovative che usano il video interattivo per amplificare l'engagement sui propri clienti sui canali social.

Come sai il DITE fu poi la causa del mio arrivo in Cina. Il tutto accadde quella sera che ricordandoti del regalo di fine anno appeso in bacheca mi dissi "Alberto qua c'è poco da fare, le resistenze sono troppe. Per cambiare bisogna ribaltare il tavolo".

E guardandomi dritto negli occhi mi dissi: "Dove si può andare dove le nostre competenze servono veramente e contemporaneamente poter condizionare l'Italia dall'esterno?"

Quel "nostre" mi colpì e segnò il passaggio ad un nuovo livello d'azione in comune, di un "ripensare il futuro" assieme. Anche perchè tu ti stavi accingendo ad andare in pensione e questo mi parve il tuo modo per girare pagina, proiettandoti al futuro.

Iniziammo quindi a pensare ai paesi, luoghi senza limitazioni ma la scintilla arrivò quando ad un certo punto mi hai mostrato l'album di tue foto di quando firmasti l'ultimo accordo Telecom tra Italia e Cina prima della chiusura del 1989.

L'entusiasmo che vedevo nei tuoi occhi per quel tuo gesto e quella firma, contribuì a farmi proporre che la Cina potesse essere il luogo giusto dove andare per cambiare le cose, una continuità a quell'atto da te realizzato. 

Quindi decisi di andare in "avanscoperta" in un viaggio in quella che poi diventò la mia seconda patria, dove mi sono sposato e dove continuerò a vivere a lungo.

Naggia a te Gianni! Era il 2006.

Mi ricordo l'entusiasmo delle nostre teleconference su Skype dove ti aggiornavo di quanto accadeva, di cosa vedevo, tutte cose che aggiungevano spunti e curiosità ai nostri brainstormings quotidiani e dove tu continuavi a consigliarmi, valutare assieme, provare a definire nuove azioni.

Fino al giorno che mi dissi "è giunto il momento che tu inizi a scrivere, non un saggio, un racconto ma le analisi delle tue esperienze live".

Fu così che scoprì un lato di me che non conoscevo e che tu invece avevi visto: la mia passione nello scrivere.

Grazie all'appoggio dell'altrettanto entusiasta Angelo (Perrino), iniziò così il percorso su Affari Italiani, fatto di analisi delle cose italiane con gli occhi cinesi, un modo traversale che portò a circa 300 articoli e parecchie prime pagine. Articoli tutti regolarmente commentati assieme o frutto dei nostri brainstormings quotidiani.

Vivido il ricordo delle acrobazie delle nostre discussioni, così come il piacere intenso quando si arrivava ad una sintesi che consentisse, con le parole. di trasferire azioni concrete e missioni, come il motto "rottamare la povertà" che è nato in questo contesto dall'analisi congiunta del fenomeno cinese e la ricerca di un obbiettivo condivisibile a livello globale.

Ti piacque così tanto che in seguito diventò un tuo cavallo di battaglia e nostra mission in QIAO LAB.

Una cavalcata che finì per coinvolgere anche mia moglie Wei Hong e che in uno dei nostri rari rientri in Italia, ti presentai mangiando assieme nel ristorante cinese vicino a casa tua e che tu inondasti di domande, curiosità, mentre lei tornò stregata e tua fans sfegatata.

Fu proprio in questo ristorante cinese che abbiamo fatto l'ultima cosa assieme di persona ed anche è l'ultimo mio ricordo di te Gianni.

L'ultima sequenza del nostro film, ben diversa da quella da noi auspicata per il prossimo maggio, perché eravamo pronti a presentarti di persona, in un viaggio a sorpresa, il frutto di un lavoro stealth di quasi 3 anni che riassume quasi tutti gli obbiettivi e le intuizioni condivise nella nostra cooperazione.

Ora però ti devo lasciare andare, ma era giusto farti sapere tutto questo prima del tuo ultimo viaggio.

Sarebbe stato troppo non poterlo fare inchiodato qua a Shanghai.

Ti voglio bene.

E ancora Grazie per tutto quello che hai fatto!

Alberto

   

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